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La musica classica e il classicismo musicale – Parte II

Dall’incontro del 15 febbraio

Ascolto – Sonata Op. XVII n. 6, Johann Christian Bach

L’esecuzione dei primi due movimenti della sonata di J. Ch. Bach da parte di Daniel Barenboim, all’epoca delle registrazione aveva 12 anni!

Come avrete notato, ha inserito il secondo tema; dopo l’esposizione del secondo tema riprende il primo alla dominante, poi c’è lo sviluppo e poi riprende il secondo tema alla tonica.
Volevo farvi questo esempio di sonata in stile “galante” – che fa pensare appunto a una piacevole conversazione fra persone sedute in un salotto – per dire che per Haydn lo stile galante è un po’ il punto di partenza: il minuetto che abbiamo sentito risale allo stesso periodo, ma vi troviamo più varietà, molte più “sorprese”, caratterizzazioni ed effetti di stile molto precisi. Haydn, e poi anche Mozart e Beethoven arricchiscono particolarmente la parte del ritorno alla tonica.
 
– A me interessa particolarmente la parte dello sviluppo: come viene costruito? Non solo da Haydn, intendo dire, ma in generale…

Sono atteggiamenti molto diversi: molto spesso i tre autori di cui stiamo parlando lavorano su materiale inventato per lo sviluppo, diverso da quello del tema.

– Dal momento che ognuno lavora su uno schema che è lo stesso per tutti, alla fine, di questa struttura che pure è molto elastica, cosa rimane?

Beethoven la fa esplodere completamente!
Generalmente, quando si sente la sonata di un autore considerato un classico – come Haydn, Mozart e Beethoven, appunto – si pensa che ciò che loro hanno fatto sia assolutamente perfetto. Invece loro hanno lavorato sulla imperfezione: questo è il motivo per cui noi ascoltatori manteniamo un alto livello di attenzione. Quello che vorrei chiarire è che questi autori diventano “classici” proprio perché paradossalmente prendono un modello e lo stravolgono.

– Ma non erano percepiti come dei rivoluzionari inaccettabili?

Beethoven, ad un certo punto, sì: aveva raggiunto una tale popolarità che, per quanto molti lo giudicassero un eccentrico (e qui uso un eufemismo) ben pochi osavano affermare un suo rimbambimento…
L’idea del classicismo è un’idea di assoluta perfezione: invece nella cultura musicale occidentale, si gioca sull’imperfezione, sulla trasgressione, che può essere a vari livelli, senza che chi ascolta se ne accorga o, al contrario, in modo evidente.

 Ascolto – Primo Movimento della sonata in Mi Bemolle Magg. Hob XVI:38, Franz Joseph Haydn

Clicca qui per ascoltare l’esecuzione di Todd Crow

 

Ci troviamo di fronte a qualcosa di completamente diverso da quello che ci si potrebbe immaginare di un autore classico. Questo vale soprattutto per Haydn che è quello dei tre che apre la strada alla sperimentazione, costruisce il punto di pafrtenza del classicismo musicale e , naturalmente, sarà preso a modello da Mozart e poi da Beethoven.
Haydn e Mozart avranno dei legami diretti: il primo ascolterà dei quartetti che il secondo scriverà espressamente per lui e gli riconoscerà pubblicamente il grande talento; d’altra parte sappiamo che Beethoven si recò a Vienna per conoscere Haydn, non Mozart.
Haydn è quello che ha riscritto una buona parte delle regole del gioco. Siamo in epoca post-illuminista, per cui anche i sentimenti e le passioni sono iscritte in una struttura, anche se molto elastica: sarà poi Beethoven ad arrivare alla rottura definitiva degli equilibri e a destrutturare la forma sonata così come utilizzata nel classicismo viennese..

2 commenti
  1. Questo post è stato aggregato su http://www.nonsolozapatero.it/ l’aggregatore del web sociale e socialista.

  2. Ciao a tutti! Vi segnalo una bellissima opportunità per tutti gli appasionati di Barenboim: un fuori programma d’eccezione al Ravello Festival, che accoglierà – nell’unica tappa italiana del tour europeo 2008 – la West-Eastern Divan Orchestra diretta da Daniel Barenboim: due i concerti previsti, lunedì 11 e martedì 12 agosto. E’ la prima volta che la splendida orchestra giovanile fondata da Barenboim (e che riunisce soprattutto musicisti israeliani e palestinesi) si esibisce in Italia dopo il concerto tenuto alla Scala nel 2007. Straordinario il cast vocale messo insieme da Barenboim per l’occasione: il mezzosoprano Waltraud Meier, considerata oggi tra i massimi interpreti wagneriani (indimenticabile la sua Isolde nel “Tristano” scaligero dello scorso dicembre), il tenore Simon O’Neill (già Parsifal a Santa Cecilia e Siegmund nella “Valchiria” diretta da Maazel al Metropolitan), il basso Sir John Tomlinson (interprete di riferimento del Ring, prediletto da grandi direttori come Boulez, Levine, Mehta e dallo stesso Barenboim). Per ulteriori informazioni visitate il blog: http://www.ravellofestival.splinder.com

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